Ondata International

La visione di Maxtor sugli hard disk

Marzo 2005 Versione PDF

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Rapporto annuale di Maxtor, uno dei leader di mercato nello storage. Correzione di rotta in vista dopo 12 mesi in cui sono stati trascurati gli hard disk di ridotte dimensioni.

Come ogni anno, alle porte del CeBIT, Maxtor presenta in Italia la propria visione, il punto di vista di uno dei marchi leader nel settore dello storage.

Ad oggi Maxtor ha in mano il 30% del mercato di riferimento e produce oltre 1 milione di drive per PC a settimana.

Didier Trassaert, presente a Milano per la conferenza stampa, è sempre a capo di Maxtor Europa (37% di tutte le attività globali con 19,4 milioni di pezzi) ma è uno dei "sopravvissuti" tra i top manager di una azienda che ha perso quote di mercato.

Dal passato novembre il nuovo management con CEO C. S. Park, COO Mike Wingert e CFO Duston Williams si prefigge di risalire la china con un marchio che deve poter rimanere ai primi posti delle classifiche nel mercato agguerrito degli hard disk.

Nel terzo trimestre del 2004 il bilancio di Maxtor ha fatto segnare una perdita netta di 58 milioni di dollari, già per il quarto trimestre la situazione è molto migliorata con "soli" 33 milioni di dollari di perdita e un margine di guadagno balzato all'8,1% quando tre mesi prima si assestava a 6,4%.

Una delle prime mosse che Maxtor si appresta a compiere è l'ampliamento delle proprie linee produttive: oltre alle due fabbriche di Singapore il nuovo impianto nei paraggi di Shanghai (a Suzhou) si dedicherà a produzioni a basso costo per volumi attorno a 3 milioni di drive l'anno. I prodotti ad alto valore aggiunto continueranno ad essere assemblati a Singapore ma Maxtor taglierà circa 5.000 addetti per ridurre i costi.

Come ogni anno, alle porte del CeBIT, Maxtor presenta in Italia la propria visione, il punto di vista di uno dei marchi leader nel settore dello storage.

Ad oggi Maxtor ha in mano il 30% del mercato di riferimento e produce oltre 1 milione di drive per PC a settimana.

Didier Trassaert, presente a Milano per la conferenza stampa, è sempre a capo di Maxtor Europa (37% di tutte le attività globali con 19,4 milioni di pezzi) ma è uno dei "sopravvissuti" tra i top manager di una azienda che ha perso quote di mercato.

Dal passato novembre il nuovo management con CEO C. S. Park, COO Mike Wingert e CFO Duston Williams si prefigge di risalire la china con un marchio che deve poter rimanere ai primi posti delle classifiche nel mercato agguerrito degli hard disk.

Nel terzo trimestre del 2004 il bilancio di Maxtor ha fatto segnare una perdita netta di 58 milioni di dollari, già per il quarto trimestre la situazione è molto migliorata con "soli" 33 milioni di dollari di perdita e un margine di guadagno balzato all'8,1% quando tre mesi prima si assestava a 6,4%.

Una delle prime mosse che Maxtor si appresta a compiere è l'ampliamento delle proprie linee produttive: oltre alle due fabbriche di Singapore il nuovo impianto nei paraggi di Shanghai (a Suzhou) si dedicherà a produzioni a basso costo per volumi attorno a 3 milioni di drive l'anno. I prodotti ad alto valore aggiunto continueranno ad essere assemblati a Singapore ma Maxtor taglierà circa 5.000 addetti per ridurre i costi.

Maxtor dopo solo un anno prende atto di un mutamento del settore, che dodici mesi prima non riusciva ancora a comprendere: i dischi da 1,8" e quelli ancor più piccoli da 1" sono richiestissimi sul mercato e, a parte i nuovi utilizzi ormai alle porte (fotocamere digitali, PDA e telefoni cellulari), sono stati gli iPod e iPod mini ad aver fatto partire con prepotenza queste richieste.

Come si vede dalle tabelle le crescite più "esplosive" saranno riferite agli HD da meno di 1" (100% tra il 2004 e il 2007) e da 1,8" (50% tra il 2004 e il 2007).

Maxtor era in procinto di decidere di scendere nel mercato dei dischi da 2,5" molto richiesti per il mercato dei laptop ma la decisione è stata accantonata per scegliere di assemblare hard disk di piccolissime dimensioni, infatti tra un anno Maxtor produrrà grandi quantità di HD da 1,8" e 1" (ma anche probabilmente 0,8"), per soddisfare le richieste.

Non a caso Maxtor è uno dei membri che intendono sviluppare e supportare l' interfaccia CE-ATA dedicata a periferiche di piccole dimensioni che utilizzeranno il sistema miniaturizzato su dischi da 1,8".

Cresceranno i pezzi in circolazione e quindi si prevede un ribasso dei prezzi dopo un 2005 stazionario.

Le linee produttive di Maxtor si dividono in offerta client ed offerta enterprise, a partire da quest'anno la migrazione tecnologica più importante sarà il passaggio ad un minimo di 7.200 rpm in luogo di alcuni modelli a 5.400 rpm. I modelli top avranno rotazioni da 10.000 e 15.000 rpm mentre l'entry point passerà da 40 GB a 80 GB.

Maxtor si concentra ad oggi su alcune linee di prodotti: gli OEM per i maggiori produttori di PC come Dell, Fujitsu, HP, IBM, Nec, Sony ed Apple (Olidata e CDC in Italia), fornendo hard disk ATA, S-ATA, S-ATA II, SCSI, tutti fondamentalmente da 3,5".

Da tempo anche gli hard disk esterni OneTouch e OneTouch II preconfigurati hanno riscontrato un discreto successo, sia con porte USB 2 che FireWire 400 ma tra poco arriveranno anche modelli ai quali è stata aggiunta la FireWire 800. Nuove nicchie sono invece rappresentate da sistemi OEM per l'entertainment casalingo (PVR - videoregistratori con hard disk).

Sono già 38 gli OEM che hanno contratti con Maxtor per le forniture di dischi speciali QuickView in grado di supportare alte temperature d'esercizio e raggiungere, in un prossimo futuro, anche 1 TB.

Le abitazioni private saranno sempre più popolate da hard disk: già 60 milioni di pezzi nel 2005 per superare abbondantemente i 100 milioni nel 2008; al centro di tutte le necessità Maxtor prevede di posizionare i sistemi Home Shared Storage da 200 MB e 300 MB, con cache rispettivamente di 8 e 16 MB, prezzi da 330 a 400 euro IVA inclusa.

Spiace notare che Maxtor non dia per compatibili con la piattaforma Mac i sistemi Home Shared Storage, che proprio in queste ore sta lanciando sul mercato, dotati di porta Ethernet 10/100 oltre che due porte USB 2 per collegare stampanti o ulteriori dischi. Altri come LaCie hanno a listino già questi prodotti dichiarati perfettamente compatibili non solo con Windows ma anche con Mac e Linux.

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